Dopo la pausa della settimana scorsa, Suits torna con una nuova puntata ma visto cosa è successo, cioè assolutamente niente, potevano anche non mandarla proprio in onda. E con queste belle premesse, vi do il benvenuto nella recensione della 9×07 by Ellie per Suits Episodes e Serial Crush. Una puntata che non mi è piaciuta quasi per niente e che a questo punto della stagione, con solo tre puntate rimaste, c’entra come i cavoli a merenda con il filone narrativo principale. Per carità, ci sta anche che ogni tanto spezzino e non facciano le puntate tutte uguali, cosa che per altro stanno già facendo, ma non in modo così affrettato e senza alcun senso. Andando con ordine, abbiamo Harvey e Samantha che partono per il viaggio in macchina più noioso della storia. Così palloso che a confronto pure Pearson sembra una serie avvincente, e ho detto tutto. Non so chi dei due mi è piaciuto meno, ma per par condicio direi entrambi. Harvey si presenta in Mustang con gli occhiali da sole sotto casa di Samantha, una visione che normalmente farebbe svenire qualsiasi fanciulla, ma lei ha messo su un’espressione schifata lamentandosi della macchina. Poi ho dato un’occhiata più attenta a com’era vestito Harvey, ovvero la giacchina di camoscio marrone, la camicia blu arrotolata sulle macchine e pantaloni di un colore indefinito, e un po’ l’ho capita. È bello sapere che il costumista di Paola Agard sia ancora tra noi, ma da uno figo come Harvey Specter magari ci si aspetterebbe qualcosa di meglio anche vestito casual.
A quanto pare a New York guidano tutti la Mustang, e da questo particolare iniziano i film mentali ricordi di Samantha sulla sua infanzia. Sapevamo già che da bambina è passata da una famiglia affidataria all’altra, ma quello che non sapevamo è che era stata affidata insieme a un altro ragazzino a un genitore abusivo che la picchiava e minacciava, costringendola a rubare un’auto per fuggire. Vent’anni dopo racconta la vicenda al suo nuovo flirt, ovvero Erik il Viscido Kaldor.
Ma dai, sono seri? Intanto perché una come Samantha dovrebbe stare con quel cesso? E secondo, che senso ha associare il passato abusivo di una bambina con una sorta di storiella nata tra i banchi di uno studio solo perché guidavano la stessa macchina? Messo il broncio per via dell’auto, ci dobbiamo sorbire mezza puntata di Harvey che dice qualcosa di stupido e Samantha che lo bacchetta in ‘sta benedetta Mustang. Lo scopo del viaggio era andare a trovare il padre biologico della Wheeler, che però ci fanno vedere mezzo secondo senza alcun confronto tra lui e la figlia. La mia domanda sorge spontanea: perché tirare fuori la questione e dedicarci una puntata allora? Ricordo che l’ultimo viaggio in macchina a cui abbiamo assistito ci aveva regalato una delle scene più belle di Suits, ovvero Louis che perdona Mike per la frode, oltre alla loro rissa e alle battutine in auto. Il viaggio di questa puntata non ha trasmesso proprio niente, né nella riappacificazione tra Samantha e Harvey, né nella reazione di Samantha all’incontro con il padre. Oltretutto l’assurdità di Harvey che buca la gomma, manda un messaggio al carroattrezzi e tre ore dopo si accorge che non ha inviato il messaggio. Poi si allontana per chiamare, parla con Donna e torna dicendo che si è scordato di chiamare aiuto.
Ma Harvey, tutt’apposto? Non so voi ma ho quasi sperato che mentre attraversava la strada passasse lo stesso tir che prese in pieno Derek Shepherd. Boh, veramente non so più che dire su come stanno trattando Harvey e su questa storyline scritta male e non approfondita.
Passiamo a Louis che forse, ma non ci giurerei, è meglio. Tutto parte dall’assenza di Harvey per ben due giorni, evento rarissimo visto che nessuno in quello studio va mai in vacanza, e Louis decide di fingersi Harvey. Le cose degenerano quando un cliente fissa un pranzo con lui e, in possesso di tutta la sanità mentale che non ha mai avuto, Louis decide di presentarsi con una parrucca in testa pensando che basti ad assomigliare ad Harvey. Louis, io ti voglio bene, ma no… anche no! Lo sketch è carino, simpatico, divertente, ma fino a un certo punto perché ormai le sue scene assurde sembrano sempre più una miniserie comica all’interno della puntata. Così come lui sembra sempre più il giullare di corte che un avvocato. Le potremmo chiamare “Le avventure di Louis nel paese delle meraviglie”, ma con la nona stagione di Suits c’entra ben poco. Ma alla fine tutte le vicende della puntata non c’entravano una mazza e almeno questa ha dato un po’ di leggerezza.
Un’altra sottotrama inutile vede Donna darsi da fare, o meglio fa fare agli altri, per ottenere qualcosa di super segreto riguardante l’arte, visto che la parola è passata di banco in banco di ufficio in ufficio senza dire cosa fosse. E poi si rivela essere quello stramaledetto quadro della papera e la bambina. Ma bastaaa! Donna ha pensato di fare un regalo ad Harvey sostituendo il quadro rubato da Stemple con una copia e consegnando l’originale ad Harvey, e lui che più moscio di così non si può, neanche ringrazia e chiama mammina per dirle una roba che non c’entrava un tubo. Vabbé, ormai ci ho perso le speranze con Harvey, ma vorrei sapere come ha fatto Donna a introdursi nell’ufficio di Stemple e portarsi via un quadro così grande. Forse in realtà è Kim Possibile? Di sicuro le assomiglia!
La perla della puntata è di Harvey, di cui appunto salverei solo questa frase.
Alla prossima,
Ellie